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Riciclare significa trasformare i rifiutiΒ in materiali che possono essere riutilizzati.
In questo modo Γ¨ possibileΒ risparmiare sulle materie primeΒ ma anche sui consumi energetici derivati dalla produzione.
Le problematiche che derivano dalloΒ smaltimento dei rifiuti in discarica, infatti, stanno raggiungendo negli ultimi decenni delle proporzioni preoccupanti. Pensa che solo nel 2016, la produzione di rifiuti in Italia ha superato i 30 milioni di tonnellate.
Smaltire i rifiuti in discarica non ha solo un forte impatto economico ma i danni piΓΉ gravi sono causati dall’immissione di sostanze nocive nell’ambiente, che vanno a impattare gravemente sull’aria, sull’acqua e sul terreno. Con queste premesse, viene da sΓ© quanto sia importante riuscire a ridurre il piΓΉ possibile laΒ produzione di rifiuti destinati allo smaltimento. E questo cambiamento deve essere il risultato di un’azione collettiva, di un cambiamento della nostra forma mentis.
Bastano davvero pochi accorgimenti per riuscire a raggiungere tutti insieme questo risultato, a partire da 3 punti semplici ma fondamentali:
- contribuire allaΒ raccolta differenziata
- riciclare a casaΒ e riutilizzando materiali e imballaggi
- produrreΒ meno rifiuti.
Lo scopo del riciclaggio Γ¨ quello di risparmiare energia, aiutare l’ambiente, ridurre l’inquinamento, rallentare il riscaldamento globale e ridurre i rifiuti prodotti nelle discariche. Riciclando, le persone possono contribuire notevolmente alla salute generale della terra e mantenere l’aria, l’acqua e la terra pulite. Il riciclaggio Γ¨ un modo semplice e facile per aiutare a salvare l’ambiente.
L’alta percentuale di riciclo “Γ¨ decisiva dal punto di vista della sostenibilitΓ ”, non solo per la riduzione “dei rifiuti da smaltire” e per il minore impiego “di materie prime”, ma anche per il risparmio energetico che comporta, con un conseguente, importante taglio di “emissioni climalteranti”. Il recupero di materia nei cicli produttivi permette un risparmio annuo pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. Le emissioni di CO2 evitate attraverso il riciclo di materia in Italia valgono l’85% delle emissioni di gas climalteranti dalla produzione elettrica nazionale (74,5 milioni di tonnellate).
Il riciclaggio risparmia e risparmia energia perchΓ© richiede molto meno energia per rielaborare materiali riciclati in nuovi materiali piuttosto che trattare materiali vergini. Ad esempio, riciclare la carta per creare nuovi prodotti cartacei richiede meno energia complessiva rispetto alla creazione di nuovi prodotti di carta dagli alberi.
Il riciclaggio aiuta anche a ridurre il riscaldamento globale e ridurre l’inquinamento atmosferico riducendo la produzione industriale di nuovi beni. Riciclare le merci per fare nuovi beni fa risparmiare energia e riduce la quantitΓ di lavoro industriale che deve essere completato per creare un nuovo prodotto. Questo riduce le emissioni di gas serra e, quindi, riduce il riscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico.
Il riciclaggio riduce anche la quantitΓ di prodotti di scarto nelle discariche del mondo. I prodotti riciclati non andranno in discarica e, a loro volta, non contribuiranno alla quantitΓ di materiali di scarto che ci sono sulla Terra. Attraverso il riciclaggio, meno materiali vengono messi nelle discariche, e c’Γ¨ piΓΉ spazio nelle discariche per i rifiuti non biodegradabili.
LβIMPEGNO ITALIANO
L’Italia Γ¨ la numero uno in Europa sul fronte del riciclo dei rifiuti e nell’economia circolare. A sottolineare l’importante primato, ancora poco conosciuto, Γ¨ il Rapporto “L’economia circolare italiana per il Next Generation Ue”, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Comieco.
L’Italia sarebbe il Paese europeo con la piΓΉ alta percentuale (il 79%) di riciclo sulla totalitΓ dei rifiuti. Una percentuale di gran lunga superiore a quella di altri grandi Paesi come la Francia (56%) e la Germania (43%). E questo non solo per la “storica scarsitΓ di materie prime e di approvvigionamento energetico”, ma anche per l’introduzione di “processi innovativi” nel sistema delle imprese (soprattutto durante “la lunga recessione economica degli ultimi anni”) e di alcuni modelli di governance come, ad esempio, quello dei Consorzi che si sono dimostrati “capaci di generare filiere produttive di qualitΓ ”.